Questo il segreto di una ragazza apparentemente fragile e sfortunata che privilegia senza alcuna esitazione le scelte più profonde finché le sarà possibile dichiararle.
La crisalide di cenere che racchiude Cendrillon è come il nerofumo sulle opere d’arte esposte nelle cattedrali ed è estesa a tutti i personaggi del lavoro di Pauline Viardot.. Tutti si mascherano continuamente dietro a ruoli, ceti sociali, trucco mantelli…finché non possano svelarsi semplicemente per quello che sono, nella loro sorprendente mediocrità e decidano di accettarla riscattando così le proprie esistenze. E a Cenerentola la ricompensa finale, il regno, la ricchezza, interessano certo molto meno dell’abbraccio di suo padre e delle sorelle.
La Fata madrina è dunque latrice di quella sincerità genuina che è la sostanza stessa di questa piccola donna.
La metafora di un gioco di carte, come il rimescolarsi dei ruoli e delle storie della vita, ci restituisce il tema della casualità e della magia o meglio dell’incanto, che altro non è se non un’irresistibile misteriosa spinta che allaccia una persona all’altra, come le carte disposte sul tavolo da un’abile cartomante.